Dal 25 luglio al 10 agosto 2014 il Mulino Salacrist di Bormio ospiterà una mostra personale di Kikki Ghezzi, artista milanese che dal 1996 risiede a New York, dove ha compiuto studi artistici e si è diplomata in Fine Arts nel 2011.

La mostra presenta l’ultimo ciclo di opere dell’artista (“Roots”), nate tra l’estate 2013 e i primi mesi del 2014 e qui per la prima volta esposte nel loro insieme. Si tratta di dipinti e disegni scaturiti dall’osservazione di una serie di vere radici, di varie forme e dimensioni, che Kikki Ghezzi ha trovato e raccolto a varie latitudini del mondo e che saranno fisicamente allestite negli spazi ristrutturati dell’antico mulino. Tali radici assumono nei dipinti l’aspetto di bizzarre creature umanizzate e la loro metamorfosi porta alla luce le due anime della pittura dell’artista, peraltro accomunate da un incessante desiderio di sperimentare: quella energica ed espressiva, di forte accensione cromatica, e quella fragile e delicata, dai toni tenui e modulati. Due anime che sembrano infine ricomporsi nel segno incisivo dei disegni, ove la linea che insegue il profilo delle radici evoca di volta in volta una figurazione sofferta o un naturalismo dai forti echi romantici.

In occasione della mostra verrà pubblicata da Skira la prima monografia dedicata a Kikki Ghezzi, un volume bilingue che si concentra su quest’ultimo ciclo di dipinti e disegni – “Roots” – ma che non manca di documentare l’intero suo percorso professionale, dalle prime prove pittoriche frutto degli studi all’Art Student League, ai lavori più maturi legati alla frequentazione del Pratt Institute of Art di New York. Il libro testimonia quindi una ricerca pluriennale, che trascende per gradi vicende e ossessioni autobiografiche, approdando alla sintesi tra immagine e astrazione esemplificata dalle “Radici”.

Info
A cura di Sara Fontana
Allestimento di Stefano Cusatelli
Mulino Salacrist
Via Italo Occhi 1, Bormio IT

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Roots take on many forms in paint through Ghezzi’s imagination, but they reveal a world that is extracted, and removed from its flourishing universe, when a life force connected that root to the stem and trunk above it, as it lay buried in the earth, or when a flower or tree grew from its efforts below the surface

Because Ghezzi exploits the anthropomorphic qualities of her subjects, her roots become stand- ins, not only for herself, but for the human figure in general. Finding the human form in their bulbous trunks and distorted limbs, Ghezzi uses her motif to evoke aspects of body and mind

Le radici disegnate e dipinte sono quelle raccolte dall’artista durante le sue passeggiate, ma un avventuroso processo creativo ne distilla suggestivi organismi in divenire, bloccati in uno statico incanto

Kikki Ghezzi si accosta alla memoria vitale delle radici attraverso un flusso lineare, come se la loro generatrice non fosse la sedimentazione linfatica, ma un soffio gassoso e, dunque, si volesse rappresentare non la loro materia, ma quasi la loro anima, pervenendo alla forma attraverso la costruzione di una progressiva stratificazione di livelli e onde